Ritiro del Dopocresima: “Tutta un’altra musica”

Riceviamo e pubblichiamo l’articolo seguente inviato da una educatrice, presente al ritiro del Dopocresima che si è tenuto all’Antica Pieve di Verdeto a fine giugno.

Ognuno ha la propria colonna sonora per accompagnare un viaggio.
Questo viaggio è partito da Verdeto, in piena estate, con una trentina di ragazzi intorno ai tredici anni. Li vedi arrivare, intimoriti, si conoscono poco tra di loro e non hanno ancora una canzone ad unirli: alle orecchie arrivano solo i suoni della pieve, ma per chi ha voglia di ascoltare, ci sono voci pronte ad esplodere e storie tutte da scrivere. Da ora li aspettavano cinque giorni da vivere assieme, cercando la propria melodia, quella del gruppo.
Non ci sono regole fisse, non ci sono schemi –e se ci sono, siamo qui per romperli, ma ognuno dei ragazzi ha bisogno di rispondere a delle domande: com’è la mia famiglia? Chi sono io? Cosa voglio fare da grande? Chi sono i miei amici? Ognuna di queste domande ci ha condotti lungo un percorso fino alla Rocca d’Olgisio e in cima al monte Penna, a fare servizio per gli altri con le pulizie, a ridere e a confortare il pianto. Sì, di lacrime ce ne sono state tante perché ognuno di loro ha rotto il limite interiore parlando della propria rabbia, del proprio dolore, e ha poi ritrovato il sorriso abbracciando un amico. Anche questa è musica, no? Le note della quotidianità che abbiamo dentro che si svelano in un’opera meravigliosa se unite a quelle degli altri. E così si sono ritrovati a ballare scalzi in mezzo al prato, a cantare la loro giovinezza, a volte un pizzico di spensieratezza ritrovata, nelle canzoni che ci caricano la voglia di vivere.
Arriva in un lampo l’ultima sera insieme, e la melodia sembra concludersi. Quella sera i ragazzi hanno scritto la loro sofferenza su un foglio e lo hanno bruciato in un fuoco: ormai solo cenere per le paure, bisogna ricominciare. Come? Prendendosi cura della propria rosa, come il Piccolo Principe; piantando un nuovo seme, come Elzéard Bouffier, l’uomo che piantava gli alberi.
Dopotutto la musica non finisce, si continua a cantare insieme nonostante tutto, basta avere la giusta colonna sonora che incoraggia alla vita.