ELENA SALVONI
l’incontro dello scorso 8 settembre con la cantautrice bergamasco padovana nel salone parrocchiale dei Santi Angeli
Una giovane donna con le idee chiare. E progetti ambiziosi che è determinata a realizzare. Con la musica, per trasmettere amore, speranza, libertà.
Elena Salvoni è una cantautrice di 37 anni. Nativa della provincia di Bergamo, ma da tempo residente tra Padova e Venezia. Anche il suo accento veneto è stato capace di emozionare l’altra sera nell’oratorio della chiesa Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia. Un incontro-dialogo – su invito del parroco don Pietro Cesena – in cui, chitarra alla mano, ha alternato il suo percorso di vita a pezzi del repertorio artistico.
E sono stati applausi scroscianti. Perché Elena è riuscita a entrare perfettamente in sintonia con il numeroso pubblico presente. In virtù di una semplicità di racconto che ha messo a fuoco nodi esistenziali comuni ai giovani di ieri e di oggi. Di sempre. Le cadute e le sconfitte, le delusioni sentimentali e professionali, la musica e la spiritualità come fonti preziose per non mollare, la caparbietà che l’ha portata a battere la difficile strada del cantautorato, il sentiero stretto alla ricerca di una qualità che ben difficilmente riesce a fare breccia nei canali commerciali dominanti.
C’è una cifra di rigore etico che, unitamente all’indiscutibile talento, ha consentito a Elena Salvoni di arrivare dove è arrivata, autoproducendo i suoi cd, finanziandosi con l’insegnamento. C’è il forte senso di onestà. Anzitutto verso sé stessa, imparando ad amarsi dopo una sofferta adolescenza in cui a farla da padrone era la rabbia verso tutto e tutti. Trasformarla in forza creativa è stato il segreto. Per colmare la distanza da sé, come racconta in una sua canzone. E spiccare il volo

Gustavo